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ALKREADO

Che cosa abita dentro di noi quando dialoghiamo con lo spazio,  con il mondo cosiddetto “reale“ ?

La dimensione dell’invisibile

Che cosa abita dentro di noi quando dialoghiamo con lo spazio,  con il mondo cosiddetto “reale“ ?

Questo è fondamentale 

Qual’è il confine tra soggettività e oggettività? 

E se tutto è simbolo, archetipo, di una realtà più ampia ed autentica, nascosta al nostro sguardo superficiale e quotidiano; come facciamo a svelarlo e a prenderne coscienza?

E che ruolo gioca, in questo teatro del divenire, il corpo dell’essere umano?

non è forse  anche questo un mezzo per poter comprendere il confine di cui accennavo pocanzi?

Infatti ne consegue che i nostri sensi sono delle porte della percezione dove la materia e le vibrazioni del sentire giocano la loro partita dentro e fuori di noi 

 

“...questo confine di cui sto parlando, penso che sia, proprio uno spazio significante all’interno del quale il mio intervento creativo si concentra, si esplicita, si definisce e nasce. Il vuoto, il non manifesto, da cui tutto proviene è lì che attende qualcuno o qualcosa che lo attraversa, che lo viva e accenda una sua potenziale espressione di sé…” 

 

L’ opera creata è gia un soggetto, cioè è già un qualcosa che possiede una sua propria natura ; l’atto creativo diviene “magico” proprio perché l’opera che viene creata diviene  portatrice di un messaggio che trascende il mero significato razionale che le si può attribuire, e che mira a risvegliare la coscienza, ad entrare nella dimensione dell’invisibile. 

    

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