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Aldo Giovannini

Aldo Giovannini nasce a Bologna nel 1967.

Artista polivalente forma un proprio percorso improntato sulla sperimentazione di diversi ambiti espressivi nella ricerca scultorea svincolata dai canoni accademici, nella messa in opera di installazioni interattive, nella progettazione e realizzazione di scenografie e arredi urbani e nella produzione di oggetti di design. Ha operato soprattutto a Bologna , ma anche Firenze e Milano.

Trasferitosi da alcuni anni in Sicilia il suo lavoro si è sviluppato tra Catania, Noto, Modica e Siracusa, dove si è stabilito in modo permanente aprendo un suo atelier di scultura.

La Poetica

"Creare come atto taumaturgico...
.... svelare il mondo che sta fuori e dentro di noi"

Desiderio e aspirazione dell'artista è raccontare realtà invisibili, nascoste che albergano dentro di noi e trovare un approdo che le accolga.

Un filo, un filo che gira attorno al vuoto, che sottende ogni manifestazione, traccia, percorsi, forme della complessità, risalendo dal profondo mare del sentire e lo fa nella semplicità del gesto plastico.

Chiarimenti sulla genesi del percorso creativo scultoreo

Aldo Giovannini si racconta così:

 

...” Dopo aver maturato diverse esperienze a contatto con i progetti e le sensibilità che via via mi venivano offerti in svariati settori della cultura, dell’arte e dello spettacolo, ho sentito la necessità di ritornare “ a Casa “, cioè di riprendere il filo di Arianna della mia personale poetica, lasciato temporaneamente in gestazione nelle profondità della mia anima, come un seme che ha bisogno di tempo e profondità nel “silenzio” prima di germogliare; ecco che sopraggiunge il momento di uscire dal terreno e “mostrarsi”, di mostrare appunto, il mio personale punto di vista del mondo delle cose, dei fenomeni che ci attraversano fuori e soprattutto dentro di noi . 

Avevo già, negli anni precedenti, esplorato la dimensione dello “spazio vuoto” in linea con tutto ciò che la filosofia orientale mi ha sempre insegnato, dove la forma diventa mutevole, dinamica, mai uguale a se stessa, nell’impermanenza appunto, ma anche dove le linee compositive dell’opera sono in totale equilibrio con il vuoto degli spazi interstiziali che mano a mano si vanno costituendo nell’evolversi della composizione.  Ecco che, tornando a questi ultimi anni e alla mia produzione artistica attuale, si aggiunge un altro elemento decisivo e fondamentale per me, ed è il “racconto” delle vicende dell’animo umano, degli innumerevoli paesaggi dell’anima che albergano dentro di noi, in un atto che si fa sintesi di tutto ciò, anche nella scelta dei materiali compositivi da cui parte questo viaggio: un filo di ferro disegna il vuoto e crea figure umane che si fanno “simbolo”, archetipo, enunciazione di qualcosa che va svelato, che va portato alla luce della nostra coscienza;  é un ritorno all’essenza di noi stessi, è una mappatura della nostra identità. É anche l’accettazione di tutti quegli aspetti “asimmetrici” della nostra esistenza, che non vanno condannati o giudicati, anzi ,che conferiscono, se compresi, un arricchimento  imprescindibile come un tesoro nascosto dentro di noi, che ci fa essere più consapevoli della nostra autenticità e bellezza come singoli individui unici nel Cosmo"…

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